Dai Severi a Diocleziano
(193-305)
(193-305)
Il III secolo è un momento piuttosto drammatico nella storia di Roma. Continue guerre civili con conseguenti decimazioni dei ceti dirigenti, impoverimento delle zone attraversate dagli eserciti, difese indebolite dalle pressioni barbariche alle frontiere oltre ai cambiamenti interni sociali, istituzionali, religiosi che mettevano in discussione le basi stesse dell'impero.
Sorsero tendenze centrifughe e spinte separatiste createsi per sostituire le strutture centrali dello stato con amministazioni autonome, decentrate, che talvolta petendono di diventare esse stesse di avere dignità statale (regno di Palmira in Oriente e l'Imperium Galliarum in Occidente). Contro il pericolo di sfaldamento le corti imperiali reagirono in modo diversi in base al periodo e la situazione. Nei primi anni del socolo i Severi promossero una rigorosa politica accentratrice accompagnata da una campagna democratizzante, ma soprattutto per quanto riguarda la situazione delle provincie. In questa politica si inserisce la Constitutio Antoniana, promulgata da Caracalla nel 212, che concedeva la cittadinanza romana a tutti i liberi residenti nel territorio dell'impero.
Con la fine della dinastia dei Severi, nel 235, si apre il periodo più confuso di questo secolo, caratterizzato da un grande numero di imperatori che rimangono in carica per solo pochi giorni contrapponendosi l'uno all'altro e dando vita ad effimere amministrazioni ed ancor più effimeri progetti politici.
Nel frattempo le due principali frontiere, europea ed asiatic, sono sottoposte a continua pressione, resa gravosa dalla contemporaneità degli attacchi. Sul confine del Danubio e Reno, le popolazioni germaniche riescono ad arrivare ben dentro il territorio dell'impero con le loro incursioni; sul confine orientale il nuovo regno dei Sass°nidi succeduto ai Parti nel 224 inizia un'espansione. Anche altre frontiere, con scozzesi in Inhilterra ed i territori in Africa con le popolazioni provenienti dal Sud.
In questo contesto, l'esercito aveva assunto un fondamentale ruolo di potere ai fini della sopravvivenza dell'impero che portò al conseguente controllo della scelta dell'imperatore da parte delle truppe e gli stessi comandanti non sono più esponenti degli alti ranghi ma provengono anche da classi sociali inferiori, vengono reclutati anche barbari, mobilità che porte ad essere imperatori un trace Massimino ed un arabo Filippo.
Per quanto riguarda i problemi economici essi erano connessi a quelli militari: le campagne si spopolavano, le città con le cinte erano più sicure ma erano esposte ad assedi e saccheggi, le vie di comunicazione erano insicure ne conseguì una generale riduzione dei commerci, la necessità di ingenti somme per la difesa militare comportò un inasprimento fiscale che mise in crisi molte attività economiche, forte inflazione portò all'aumento dei prezzi. A tutto ciò vanno aggiunte catastrofi naturali e terremoti ed epidemie.
Cristianesimo
Questa situazione favorisce sicuramente il diffondersi e l'accrescersi di ideologie fatalistiche-millenaristiche, la paura della fine del mondo e l'attesa di una salvezza oltremondana, si diffondono nuove sette misteriche e atticchisce il Cristianesimo che nel giro di due secoli prevale su altri culti.
Arriva a contare, durante il III secolo, adepti di tutti i ceti sociali conquistando in particolar modo a Roma il favore di nobil donne di famiglie ricche e importanti che assicurano loro sostanziose elargizioni e prestigio nelle classi alte.